Scrivetemi a fabio_musati@yahoo.it


giovedì 30 dicembre 2010

Tramonto Falck - date presentazioni in Gennaio

14 gennaio h 20 - Bondeno (FE) - Osteria Scciancalegn - via Virgiliana  - Spostata all'11 febbraio

21 gennaio h 18 - Milano - Libreria Odradek, via pricinpe eugenio 28

29 gennaio - Reggio Calabria (ora e luogo in definizione)

lunedì 27 dicembre 2010

La recensione di Renzo Brollo su Mangialibri

Il boom economico degli anni ’60 diventa visibile e tangibile, il calco di un impronta gigantesca incuneata nella terra lombarda, nell’osservazione del Villaggio Falck, dimostrazione dell’incredibile propulsione e richiamo esercitato dalla richiesta di lavoro sul territorio di Sesto San Giovanni dalle acciaierie Falck nel momento di massimo potere produttivo. Alla stessa maniera, cinquant’anni più tardi, si fa scheletro fossile e strascico di un tempo ormai passato, che ha cambiato uomini e donne e modi di vivere, ma che nulla ha potuto nei confronti dell’architettura creata ad arte ed esigenza dell’uomo. Costruito per sopperire alla crescente esigenza abitativa dell’enorme transumanza di manodopera verso l’adiacente e omonimo stabilimento siderurgico, divenne, negli anni di piena produzione dell’acciaieria, un vero e proprio quartiere isolato dal resto del paese per mezzo dell’enorme perimetro produttivo, svuotandosi poi come un contenitore bucato con la chiusura degli stabilimenti. Quel che rimane sul campo sono costruzioni mute e degradate, un’atmosfera d’altri tempi dove la nostalgia e il ricordo si confondono e si mischiano alla rabbia delle nuove generazioni.

venerdì 3 dicembre 2010

venerdì 29 ottobre 2010

Il titolo

Tramonto Falck era il modo romantico con cui veniva chiamato quel curioso fenomeno di meteorologia industriale che rendeva Sesto una città marziana, dove nemmeno il cielo era uguale a quello delle altre città perché gli scarichi gassosi della Falck e della Breda di sera lo incendiavano con una serie di spumose strisce fucsia degradanti al rosa antico.

martedì 26 ottobre 2010

Ringraziamenti

I miei ringraziamenti vanno a:

gli ingegneri Rossini della Falck e Urgnani della Tenaris Dalmine per avermi fatto entrare - nel ricordo il primo, nella realtà il secondo - nelle loro acciaierie;

Carolina Lussana e i suoi collaboratori per avermi concesso di accedere ai prestigiosi archivi della Fondazione Dalmine che custodiscono orgogliosamente una parte della storia industriale del nostro paese;

Enzo Jannacci, Giorgio Gaber e Paolo Conte per aver scritto canzoni immortali, i cui testi ho ampiamente saccheggiato;

la Nuova Accademia di Belle Arti di Milano dove ho seguito il corso libero di conversazioni sulla street art e conosciuto molti bravi street artists;

Porpora60, grande fotografo di street art, dal cui archivio Flickr (Walls of Milano) ho ampiamente attinto;

il Re di via Padova, Orticanoodles, Senso, Ivan il poeta e tutti gli street artists milanesi che, diventati personaggi di questo romanzo, si sono vendicati mettendomi letteralmente al muro per farmi ammirare i loro lavori;

Anna, Marisa, Silvana e Mario per avermi fatto da guida tra le case e le memorie del mitico e purtroppo trascurato Villaggio Falck;

Valeria, Stefano, Cristiana, Chiara, Enrico, Adriana, Gianni, Francy, Anna, Alo, Alessandra, Fly Cat, Giovanni e Silvia per i loro preziosi commenti e suggerimenti;

mio figlio Guido per le sue formidabili lezioni di Pokémon (catch ‘em all!);

Carlo Andreoli per la fotografia di copertina e l’immancabile disponibilità;

Alessandra “Senso” Odoni per le bellissime tavole che abbelliscono il libro;

Roberto e Maria Teresa di Laruffa editore per aver creduto in me anche in questa occasione.

Perché l'ho scritto - note di presentazione

Avevo voglia di una storia raccontata dai muri di Milano e provincia. Una storia urbana dove al posto dei punti cardinali, del sole e delle stelle ci fossero i cartelli stradali, i manifesti pubblicitari, le insegne dei negozi e le targhe delle vie. Dove i personaggi invece di sedersi all’ombra degli alberi, si sarebbero appoggiati alle palette arancio del tram e dell’autobus oppure ai lampioni.

Quarta di copertina

I lavori fotografici di Carlo Andreoli per Tramonto Falck

L'amico e artista bondenese Carlo Andreoli   http://carloandreoli.blogspot.com/   mi ha seguito in una delle mie scorribande nei luoghi del romanzo e ha fatto alcune foto. 4 di queste sono state elaborate da lui con tecnica mista (meglio che non vi racconti esattamente come). La seconda è stata poi utilizzata come copertina del libro.
Queste e altre foto scattate insieme saranno oggetto di una mostra/presentazione che pensiamo di fare proprio a Bondeno alla locanda Sciancalegn dell'amica Antonella.


mercoledì 22 settembre 2010

domenica 28 febbraio 2010

Tramonto Falck - scheda di presentazione

Tramonto Falck era il modo romantico con cui veniva chiamato quel curioso fenomeno di meteorologia industriale che rendeva Sesto una città marziana, dove nemmeno il cielo era uguale a quello delle altre città. Lì arrivavano gli scarichi gassosi delle acciaierie Falck e Breda e il vento si divertiva a mischiare lo zolfo, gli ossidi di ferro e le ceneri di pirite con la puzza di gomma bruciata che veniva dalla Brusada, lo stabilimento Pirelli alla Bicocca, e quel vento, quando c’era bassa pressione, sporcava del suo nero fumo i panni stesi ad asciugare.

Tra i resti spettrali delle acciaierie di Sesto, i muri scrostati del Villaggio Falck, fermo agli anni cinquanta, e i bidoni della spazzatura delle vie di Milano si muovono tre generazioni di personaggi alla ricerca del senso della loro vita. Una storia urbana dove per orientarsi, al posto dei punti cardinali, del sole e  delle stelle ci sono  i manifesti pubblicitari e le tags dei writers.