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domenica 6 febbraio 2011

Recensione / Intervista di Cristina Marra su Strill.it e Liberidiscrivere.it

http://www.strill.it/index.php?option=com_content&view=article&id=89347:intervista-a-fabio-musati-autore-di-tramonto-falck-laruffa-editore&catid=1:ultime

http://liberidiscrivere.splinder.com/post/23998564/intervista-a-fabio-musati-autore-di-tramonto-falck-laruffa-editore-a-cura-di-cristina-marra


di Cristina Marra - Presentato alla libreria “Libri e dintorni” di Villa San Giovanni,“Tramonto Falck” (Laruffa Editore, pagg.203, euro 12,00) dello scrittore milanese Fabio Musati è un “romanzo murale” nato dentro e intorno le mura di cinta delle acciaierie Falck “il mantra della siderurgia privata italiana”.


Già autore di testi di teatro e del romanzo breve “L’angelo nero”, vincitore del premio “Emozoni d’inchiostro”, Musati rende il paesaggio urbano di Sesto San Giovanni e Milano, “una città marziana”, protagonista di una storia che intreccia, suspense, sentimenti, lotta sociale, battaglie di classe, arte, solitudini, musica, cartoons, emigrazione. La trama si sviluppa dagli anni del boom economico ai giorni nostri attraverso le vicende di numerosi personaggi accomunati “dall’acciaio della Falck”. Passato e presente si intersecano con le vite e le scelte dei diversi personaggi da Very a Tori, da Carmelo a Silvana. Due generazioni a confronto: chi ha vissuto quegli anni all’interno delle acciaierie e chi combatte oggi contro il degrado della fabbrica in disuso.

Il romanzo di Musati, ben riassunto dalla copertina di Carlo Andreoli diventa disegno con l’intervento in alcuni capitoli della street artist Alessandra “Senso” Odoni. Disegni, graffiti, parole, canzoni ma soprattutto colore, il fil rouge del romanzo.

Il mondo grigio, colore del fumo delle ciminiere si incontra e si scontra con quello dei colori dei graffiti dei tanti artisti di strada che con i più disparati tag lasciano i loro messaggi sui muri. E ancora un mistero legato al colore: il bianco che la notte ricopre i cartelloni pubblicitari simbolo della “Milano della moda e degli affari”. Chi è lo “strappatore” che tinge i manifesti? A scoprirlo sarà Ballan, un ispettore capo sui generis. Tanti personaggi e tanto colore che tinge pure il tramonto, un tramonto diverso da tutti gli altri perchè è il Tramonto Falck.



“Tramonto Falck” un titolo dalle diverse interpretazioni?

“Come si legge nel romanzo: Tramonto Falck era il modo romantico con cui veniva chiamato quel curioso fenomeno di meteorologia industriale che rendeva Sesto una città marziana, dove nemmeno il cielo era uguale a quello delle altre città perché gli scarichi gassosi della Falck e della Breda di sera lo incendiavano con una serie di spumose strisce fucsia degradanti al rosa antico.

Ma è anche il tramonto di una generazione che aveva vissuto attorno all’acciaieria e il tramonto di un’epoca della civiltà industriale dove la cosa principale era fare, produrre. Oggi conta di più distribuire, organizzare, promuovere il proprio marchio, anche tramite un graffito su di un muro scrostato”.



La comunicazione attraverso i murales, i cartelloni pubblicitari imbiancati, sono una forma di denuncia contro gli status symbol dettati dalla moda e contro la società dell’apparenza?

“Credo che non sia compito della narrativa la denuncia. Chi narra punta il suo faro su una realtà. Se c’è denuncia questa deve scaturire nella mente del lettore, nell’interpretazione che ciascuno può dare della realtà che viene rappresentata. Quindi lascio parlare ancora una volta un mio personaggio, il Re di via Padova: Non è mai stata l’estetica, e purtroppo nemmeno l’etica, a governare questo mondo, piuttosto l’economia. Quella che si combatte a colpi di bombolette spray, affissioni pubbliche, divieti, ripuliture e rimbrattamenti è una battaglia economica di conquista di spazi urbani. Tra chi li compra e chi li fa abusivamente propri. Il fine è lo stesso: imporre la propria firma!”



Milano e i suoi angeli di pietra sono una citazione dal tuo precedente romanzo. Gli angeli sono una figura simbolica dei tuoi romanzi?

“L’angelo è bellezza aerea, è il sogno, l’ambizione al volo e alla purezza. Gli angeli non hanno sesso, oppure sono ermafroditi, chi lo sa? L’indeterminazione sessuale nella realtà odierna non è apprezzata, nonostante la psicanalisi ci insegni che siamo tutti un uomini con l’ombra di una donna e donne con l’ombra di un uomo. Ecco, l’angelo è la nostra ombra, il sogno di un mondo in cui nessuno si pone il problema, per esempio, di sapere di che sesso è. Se glielo chiedi, lui batte le ali e se ne va...”



Nel romanzo c’è tanta musica.......

“La musica è il linguaggio degli angeli. Fellini diceva che la musica promette qualcosa che poi la vita non riesce a mantenere. Quel senso di leggerezza e insieme di interezza, non quella sequenza di attimi spezzati e spesso distonici che è la vita. Bisogna aggrapparsi alla musica per vivere, anche se è menzognera, ma perlomeno è consolante”.



In “Tramoto Falkk” tanto nord ma anche tanto sud con Carmelo, “Il Ciclope”, com’è nato questo personaggio?

“Il vulcano, specie l’Etna, mi affascina. Non c’è niente che racconti meglio la straordinaria potenza ed energia della natura. Ci illudiamo di catturarla e di sottometterla ai nostri voleri. La natura, con pazienza, trionfa sempre. Se abbandoni un posto, la natura se lo riprende. La specie umana si estinguerà, prima o poi, e la natura prenderà nuovamente possesso di tutto il pianeta. Certi uomini sono più natura di altri, più vulcanici. I siciliani poi, sono gente fantastica. Il Ciclope è un inno alla vita e al suo destino mortale.



Anche i pokemon hanno un loro spazio nel plot.

“Beh, mio figlio guardava quel cartoon mentre io lo stavo scrivendo, così ci sono finiti anche loro, in particolare Picachu. Mi divertiva la metafora di questi esseri dai superpoteri, tenuti però al guinzaglio da ragazzini che li istruiscono a combattere tra di loro. Una finta sensazione di potere che forse ci rappresenta”.



Com’è nato il connubio con l’artista Ale Senso?

“L’ho incontrata tra i tanti street artist, ma lei più di tutti gli altri si è interessata al progetto, ha voluto leggere il manoscritto, mi ha dato dei consigli. Poi sono andato con lei dentro un ospedale psichiatrico abbandonato e l’ho osservata lavorare a un grosso murales per un intero pomeriggio. Me l’ha chiesto lei di illustrare il libro e io sono stato felice. Penso abbia fatto un ottimo lavoro”.

1 commento:

  1. hii.. Nice Post

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